Cafù, il pendolino è rovinato: tutti i calciatori a vivere il suo dramma

Cafù, uno dei più grandi giocatori brasiliani degli ultimi decenni in estrema difficoltà, ma che cosa è successo al pendolino? I dettagli.

Marcos Evangelista de Moraes, meglio noto come Cafù, possiede un palmares di vittorie calcistiche incredibile: due mondiali con il suo Brasile, coppa del mondo per club, UEFA Champions League, Coppa Libertadores, trofei nazionali con il San Paolo, la Roma, il Milan. Inserito nel Dream Team del Pallone d’oro, come migliore terzino destro della storia del calcio.

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Cafu, con la maglia del Brasile ANSA FOTO Gallurainformazione.it

Amato dai tifosi e gli appassionati del calcio di tutto il mondo per la sua classe, la sua velocità e il suo sorriso, ora è tornato al centro della cronaca, ma non per meriti sportivi. Come altri grandi giocatori vive un amaro destino che dal vertice della notorietà e della ricchezza, lo sta conducendo al lastrico.

Cafù, che cosa è capitato al pendolino

Dopo il fallimento, nel 2019, della Capi Penta International Player, la sua società di intermediazione e gestione di procuratori e calciatori, i debiti lo stanno sommergendo. Un tracollo finanziario che lo costringerà a mettere all’asta la sua villa di Barueri, nello Stato brasiliano di San Paolo, dal valore stimato di circa 7,4 milioni di euro.

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Scarpini e pallone, difficile abbandonarli per molti giocatori – gallurainformazione.it

I suoi debiti verso creditori brasiliani ammontano a circa 9,7 milioni di reais brasiliani (circa un milione e 800mila euro). I pegni sono circa 8 milioni di reais (un milione mezzo di euro). Si parla poi di un debito con il banco Industrial, pari a 4,2 milioni di reais (777mila euro). Come si vede delle cifre pazzesche che rischiano di mandare in bancarotta l’ex-giocatore.

Evidentemente per molti grandi campioni del calcio, la gestione delle ricchezze al termine della carriera non è semplice. Non mancano gli esempi di giocatori che dalla gloria calcistica sono finiti sul lastrico. Uno degli esempio classici, anche se datato, riguarda il grande George Best, stella del Manchester United negli anni Sessanta del secolo scorso, giudicato uno dei migliori calciatori del XX secolo, vittima dell’alcol e della sua vita sregolata.

Altro giocatore britannico a finire nel baratro della dipendenza Paul Gascoigne, vero genio e sregolatezza, centrocampista amato dai tifosi della Lazio per la sua forza e incapace di cambiare vita. Da ricordare il tedesco Andreas Brehme recentemente scomparso, difensore dell’Inter, campione del mondo con la Germania, ma capace di sperperare una fortuna e finire a lavorare in un’azienda di pulizie.

Situazioni difficili sono occorse anche a giocatori italiani come Fabio Macellari, ex Inter e Cagliari, o Jonathan Bachini, ex Udinese e Juventus, o Roberto Tavola, ex Juventus, tra investimenti sbagliati e difficoltà a gestire la vita dopo il calcio.

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