Un tragico episodio ha colpito la Capitale: un giovane di 28 anni è morto al termine di una giornata di lavoro.
Poche ore dopo aver bevuto una bibita ghiacciata in un bar, dove si trovava con il padre Questo caso evidenzia un rischio poco conosciuto, ma potenzialmente letale, legato alla congestione digestiva, un disturbo tipico soprattutto nel periodo estivo. La congestione digestiva si verifica quando l’organismo subisce uno sbalzo termico improvviso durante la digestione, specialmente dopo un pasto abbondante.

Come spiega il professor Berardino Vaira, ordinario di Medicina Interna al Policlinico Sant’Orsola di Bologna, durante la digestione il sangue viene richiamato in grande quantità verso stomaco e intestino, riducendone la circolazione in altre parti del corpo. Se in questa fase si verifica un repentino calo della temperatura addominale – per esempio a causa di un bagno in acqua fredda o del consumo di una bevanda ghiacciata – può scaturire un blocco o rallentamento della digestione, con conseguenze anche gravi.
L’intestino, considerato il “secondo cervello” dell’organismo, è molto sensibile alle variazioni di temperatura. Solitamente si comporta come un boa che si espande e si contrae a seconda del cibo ingerito, ma gli sbalzi termici improvvisi lo rendono rigido e immobile, causando infiammazione e restringimento che possono portare a una congestione.
Situazioni a rischio e sintomi da non sottovalutare
Le circostanze più frequenti in cui si manifesta la congestione digestiva sono:
- Bere bevande ghiacciate quando si è molto accaldati.
- Fare il bagno in acqua fredda dopo un pasto abbondante.
- Passare bruscamente da ambienti caldi a quelli climatizzati o viceversa.
Le persone affette da patologie sistemiche come diabete o ipertensione sono maggiormente vulnerabili a questo disturbo.

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I sintomi più comuni includono sudorazione intensa, brividi, nausea, vomito, dolori addominali, abbassamento della pressione, senso di svenimento e, in casi estremi, perdita di coscienza. Può anche comparire difficoltà respiratoria, richiedendo un intervento tempestivo.
In caso di congestione è fondamentale agire rapidamente: far distendere la persona, sollevare le gambe a 90 gradi, assicurare un ambiente ben areato e farle assumere piccoli sorsi di acqua a temperatura ambiente, possibilmente zuccherata. Se la congestione è avvenuta dopo il bagno, è importante asciugare e coprire l’interessato per mantenere stabile la temperatura corporea. La maggior parte delle persone si riprende entro 2-3 ore, ma è sempre consigliabile consultare un medico che valuterà pressione, glicemia ed eventualmente eseguirà un elettrocardiogramma o un’ecografia addominale per una diagnosi precisa.
Riguardo al dubbio su quanto tempo aspettare prima di fare un bagno dopo aver mangiato, la risposta dipende dalla quantità e dal tipo di cibo ingerito. È generalmente consigliato attendere almeno 2-3 ore dopo pasti abbondanti e ricchi di grassi. Per pasti leggeri come un piatto di pasta al pomodoro, pesce, insalate o frutta, 30-60 minuti possono essere sufficienti. Importante è inoltre abituare gradualmente il corpo alla temperatura dell’acqua immergendosi lentamente.
Per i bambini il rischio è ancora più alto, poiché potrebbero non riconoscere e comunicare tempestivamente i primi segnali di malessere, con conseguenti pericoli di annegamento. È quindi fondamentale non lasciarli mai soli durante il bagno.