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Busta paga (molto) più alta: cosa fare col 730 per assicurarsi cifre interessanti per i prossimi 20 anni

Il 730 e il modello dei Redditi rappresentano un momento cruciale per ottimizzare i risparmi: ecco come comportarsi.

Nel complicato mondo delle dichiarazioni fiscali, uno degli aspetti più cruciali è capire come sfruttare al meglio le detrazioni e le deduzioni previste dalla normativa. Muovendosi con accortezza, ci si può assicurare cifre molto interessanti in busta paga per i prossimi 20 anni. Ecco qualche consiglio.

Come avere più soldi in busta paga per i prossimi 20 anni Gallurainformazione.it

Tra i numerosi adempimenti fiscali che i contribuenti devono affrontare, il 730 e il modello Redditi rappresentano un momento cruciale per ottimizzare i risparmi. Quasi tutte le spese deducibili devono rispettare un preciso limite, e il superamento di questo limite comporta la perdita della detrazione.

Ma cosa succede se il contribuente non riesce a sfruttare appieno questo plafond annuale di detrazione o deducibilità? Esiste una soluzione che permette di conservare e utilizzare questa quota di deducibilità non sfruttata negli anni successivi? Proviamo a dare qualche risposta. Ovviamente, il consiglio è quello di sempre: affidarsi a professionisti del settore, che potranno darvi contezza delle soluzioni più favorevoli.

Busta paga più alta per i prossimi 20 anni: cosa fare col 730

La risposta a questa domanda è positiva, almeno per quanto riguarda i contributi versati alla previdenza complementare. I lavoratori di “prima occupazione”, cioè coloro che non erano ancora occupati alla fine del 2006 e che, successivamente, si iscrivono a una forma di previdenza complementare, possono creare un vero e proprio “salvadanaio fiscale” utilizzabile nei venti anni successivi.

Busta paga più alta per i prossimi 20 anni: cosa fare col 730 Gallurainformazione.it

In pratica, se nei primi cinque anni di partecipazione i contributi versati sono inferiori al limite di deducibilità (attualmente pari a 5.164,57 euro), la differenza non utilizzata va a formare un salvadanaio di deducibilità. Questo salvadanaio può essere utilizzato nei venti anni successivi, a partire dal sesto anno e fino al venticinquesimo anno successivo.

Ciò significa che il lavoratore può dedurre dal proprio reddito complessivo i contributi versati alla previdenza complementare, oltre al limite annuale di 5.164,57 euro, fino a un massimo di 2.582,29 euro all’anno, per un totale massimo di 7.746,86 euro annui. In sostanza, questa opportunità consente ai contribuenti di ottimizzare i loro risparmi fiscali, creando un piano di deducibilità che si estende nel tempo e che può essere utilizzato per ridurre l’imposta sul reddito in busta paga nei prossimi venti anni.

Tra le spese che prevedono uno sconto d’imposta o un abbattimento di reddito, menzioniamo, a puro titolo esemplificativo: spese sanitarie e relativi rimborsi presenti nel Sistema Tessera Sanitaria e i rimborsi comunicati dalle Casse con finalità assistenziali e dai Fondi integrativi del SSN; spese universitarie; spese asili nido; erogazioni liberali detraibili; erogazioni liberali deducibili; spese funebri comunicati dalle imprese di pompe funebri; contributi previdenziali e assistenziali, comunicati dagli enti previdenziali; contributi versati alla previdenza complementare comunicati dagli enti previdenziali; spese per interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica; spese per interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni dei condomini.

Claudio Rossi

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