Vent’anni fa veniva istituita la giornata della memoria per le vittime di Istria e Dalmazia: cosa furono i massacri delle foibe.
Nel 2004, vent’anni fa, l’Italia ha istituito il Giorno del Ricordo per commemorare le vittime dei massacri delle foibe, un capitolo oscuro della storia del nostro paese che per decenni è stato ignorato.
Questi eventi hanno avuto luogo alla fine della Seconda guerra mondiale, quando le tensioni politiche e sociali erano alte, e la vendetta e l’odio hanno portato a gravi tragedie.
Le foibe, che sono cavità carsiche usate come discariche, sono diventate tristemente note per essere diventate luoghi di gravi atrocità. Nel periodo successivo alla fine della guerra, le milizie della Jugoslavia di Tito hanno torturato, assassinato e gettato migliaia di italiani nelle foibe. Questo è stato un atto di vendetta contro coloro che erano considerati nemici del popolo, compresi i fascisti e tutti gli italiani non comunisti.
La storia delle foibe e dell’esodo forzato delle popolazioni italiane dalle regioni dell’Istria, della Dalmazia, di Fiume e della Venezia Giulia è rimasta a lungo un tema molto discusso. Tuttavia, è importante ricordare e onorare le vittime di queste tragedie.
Durante il fascismo, queste regioni sono state soggette a politiche di italianizzazione forzata. Che contribuirono ad alimentare le tensioni tra etnie e nazionalisti. Dopo la fine della guerra, le milizie jugoslave si sono scagliate contro coloro che erano associati al regime fascista italiano. E hanno causato migliaia di morti e forzato molte altre persone a fuggire dalle proprie case.
Perché ci è voluto così tanto tempo prima che si ricordasse la tragedia delle foibe? Dopo gli orribili eventi che si sono svolti tra il 1943 e il 1947, sono passati molti anni prima che nel 2004 il Parlamento approvasse la “legge Menia“. Istituendo il “Giorno del Ricordo” per commemorare le vittime.
La ragione di questo ritardo nel ricordare sta in una sorta di tacita complicità tra le forze politiche di centro e cattoliche da un lato e quelle di estrema sinistra dall’altro. È stato solo dopo il 1989, con il crollo del comunismo e la caduta del Muro di Berlino, che la verità ha iniziato ad emergere. Il 3 novembre 1991, il presidente della Repubblica Francesco Cossiga ha visitato la foiba di Basovizza e ha chiesto perdono per il lungo periodo di silenzio.
Così, lentamente ma in modo progressivo, il silenzio che ha avvolto la tragedia delle foibe per così tanto tempo è finalmente venuto allo scoperto. Ha permesso a tutti di conoscere le sofferenze patite dagli italiani della Venezia Giulia, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Il Giorno del Ricordo è un’occasione per riflettere sulle tragedie del passato. E per impegnarsi a costruire un mondo in cui simili azioni e comportamenti non possano mai più accadere. È un giorno per onorare la memoria delle vittime e per riaffermare il nostro impegno per la pace, la giustizia e la riconciliazione.
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