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Da terra natia a terra proibita, l’Argentina ripudia e fa fuggire i suoi campioni: i casi di Messi, Di Maria e del gioiellino Prestianni

Sono già diversi i casi di calciatori argentini costretti a fuggire dalla loro terra natia: non solo Messi e Di Maria, ma anche il baby Prestianni.

La storia del calcio è piena di calciatori sudamericani, in particolare argentini, che hanno lasciato subito la loro terra natale per poter fare fortuna in Europa in squadre e campionati molto più conosciuti di quelli locali: vicende che nascondono sicuramente ambizione, voglia di riscatto, nuove possibilità, ma che in certi casi possono trasformarsi in storie di paura e aggressioni ai danni dei diretti interessati, le quali non escludono nessuno, nemmeno se ti chiami Lionel Messi.

L’Argentina che ripudia i suoi talenti: i casi di Messi, Di Maria e non solo- (Foto: ANSA)- (GalluraInformazione.it)
Nonostante diversi calciatori, come detto, lascino la propria terra per poter cercare fortuna e successo altrove, capita spesso che a fine carriera si ritorni nella squadra del proprio paese natale oppure in quella nella quale si è mosso i primi passi da professionista: esempi lampanti sono quelli di Gigi Buffon che ha voluto chiudere la sua carriera al Parma o quello di Arjen Robben che è tornato al suo Groningen dopo aver vinto tutto in giro per l’Europa. Una realtà dei fatti molto diversa invece per calciatori come Leo Messi e Angel Di Maria che non sono ben accetti dai loro connazionali.

L’Argentina “ripudia” i suoi campioni: il caso del giovane Prestianni

Lionel Messi è per molti il calciatore più forte del mondo e servirebbe un libro intero per raccontare le sue gesta e il suo apporto al calcio europeo e mondiale: dopo aver lasciato il Barcellona, la squadra che l’ha cresciuto e l’ha reso celebre, tutti pensavano a un ritorno in patria come fece Diego Maradona: Messi ha invece deciso di andare prima al Paris Saint-Germain e successivamente volare negli Stati Uniti per vestire la maglia dell’Inter Miami dopo aver conquistato il primo Mondiale con la maglia dell’Argentina.

La malavita argentina colpisce anche il baby Prestianni- (Foto Instagram: @gianlucaprestaianni)- (GalluraInformazione.it)

La sofferta e, per certi versi insperata, vittoria del Mondiale ha sicuramente legato ancor più indissolubilmente Messi al popolo argentino, ma nonostante questo l’ex campione del Barcellona non penso abbia l’intenzione di chiudere la carriera in patria: questo anche a causa di un episodio a dir poco increscioso capitato lo scorso anno quando alcuni individui della malavita di Rosario, città natale del calciatore, hanno sparato 14 colpi di pistola sulla saracinesca del supermercato di Antonela Roccuzzo, moglie del campione, lasciando anche un biglietto di minacce per il numero 10 argentino.

Il caso di Leo Messi, purtroppo, non è l’unico: un episodio simile è capitato ad Angel Di Maria, anch’egli nativo di Rosario. L’ex calciatore di Real Madrid, PSG e Juventus ha deciso di chiudere la carriera al Benfica, sua prima squadra europea, piuttosto che tornare in patria: il motivo sarebbe da ricondurre a diverse minacce rivolte verso il calciatore argentino che sarebbe stato intimato di non tornare più in patria, pena l’uccisione di un suo familiare.

Casi di malavita e criminalità che non lasciano scampo nemmeno ai giovani talenti del calcio argentino: la scorsa estate il giovane italo-argentino Gianluca Prestianni, 18enne che adesso è stato acquistato dal Benfica, era stato aggredito da alcuni tifosi argentini del Velez, squadra in cui militava, in seguito a una sconfitta. Prestianni sarebbe stato aggredito in auto, tirato per il collo e minacciato pesantemente e proprio questo episodio avrebbe spinto il baby talento a lasciare subito la terra natale.

Salvatore Montagnolo

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